Elena Pazzaglia
Urbania 1989
Bimbe
Aracnomanzia
Acquerelli
Pagine di Diario
Biografia
Elena Pazzaglia, in arte LenaLaPazz, nasce nel 1989 ad Urbania (PU), paese a pochi chilometri da Urbino, dove è tornata a vivere negli ultimi tempi dopo gli anni vissuti a Firenze e ad Istanbul.
Architetto ed Artista, intreccia questi due mondi nelle realizzazioni delle sue opere, siano esse opere d’arte, siano progetti di architettura. Per lei arte ed architettura sono un binomio inscindibile ed indivisibile. Tramite la penna a china, traccia i contorni del suo “mondo possibile” sin dalla più tenera età. A diciotto anni inizia ad esplorare l'infinita gamma di possibilità offerta dalla propria fantasia tramite il colore ma è nel perdurare di questo processo, durante gli anni di formazione universitaria, tra Firenze ed Istanbul, che la china da schizzo si fa progetto, architettura, composizione, determinando un percorso di crescita sia tecnica che di “struttura” poetica.
Nel 2017 è autrice della pubblicazione “Urbino Istanbul” (Rotary/Unesco), un prototipo di studio delle città trasposte in chiave sonora che da archittura si fa spartito architettonico tornando poi musica, l’origine. Nello stesso anno è curatrice della mostra “Compositio Urbino”, svoltasi nelle scuderie del Palazzo Ducale di Urbino (DATA) e partecipa al concept design per il padiglione Turchia per la Biennale di Venezia 2018 in collaborazione con lo studio KPM architecture di Istanbul. Fonda insieme ad altri il giovane studio di architettura studioTOTALE a Firenze con cui si fa notare per l’interior design artistico a tutto tondo realizzato per il wine bar Buca10.
Nel 2018 partecipa a vari progetti dedicandosi anche all’autocostruzione, progettando,diregendo e costruendo insieme a dei volontari “Doctor House”, una casa in terra cruda realizzata in Tanzania in un villaggio masaai e tiene dei workshop alla Biennale di Venezia, nel Padiglione della Turchia con tema Carlo Scarpa. Partecipa alla “Tirana Calls for Artists” relizzando un murales a Tirana da cui nascerà un importante articolo di giornale “ Armonia”. Dal 2018 al 2020 svolge il ruolo di ricercatrice in composizione e progettazione presso l’Università di Architettura di Firenze.
Nel 2020 realizza due eventi artistico-culturali che la vedono alla direzione artistica, scenografia e grafica, oltre ad eseguire anche una performance e istallazioni, tra cui “Escargot d’Art” , Urbania (PU) e “Levitate”, Piobbico (PU). Evento in cui realizza una perfomance di land art tributo all’artista Christo e alle vittime covid nelle Marche.
Nel 2021 è curatrice di un progetto di visual-art ispirato all’opera poetica “Pelle di Spine”, del poeta Gastone Cappelloni, per cui realizza delle illustrazioni sul tema dell’aracnomanzia. Libro pubblicato in Italia con prefazione di Vittorio Sgarbi e in Argentina.
Nel 2021 espone alla collettiva “CarpegnArt – Artisti nel Montefeltro”, una delle mostre artistiche più significative del Montefeltro.
A cavallo tra il 2023-24 propone una serie di nuove opere pittoriche intitolate “Pagine di Diario” ed opere con tecnica mista acquarello-china, dove racconta ed esprime con grande forza la sua battaglia contro la depressione vissuta nell’ultimo periodo ed il conseguente percorso di trasmutazione.
Nel 2024 espone nella collettiva “ Abstract”, ad Ancona, dove realizza anche una performance in cui mette in scena un atto psicomagico e nella collettiva “Sconfinate Visioni”, a Monte Cerignone, nell’ambito di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024.
La dicotomia che oggi caratterizza la camaleontica attività artistico progettuale di Elena, si concretizza in una varietà di forme espressive, dagli interni, alla land-art al murales, dall’incisione alla grafica, dalla tela alla ceramica, dalle performance alle installazioni artistico culturali sino alla scrittura creativa e ai workshop. Progetti diversi ma tutti uniti dalla costante ricerca di un senso delle cose. Così, attraverso mutevoli sfaccettature, il suo approccio creativo legato al sapere compositivo progettuale cerca di creare “uno spazio che va oltre”, spazi di proiezione per emozioni intime e senza limiti in cui ciascun “segno reso manifesto” tende alla ricerca dell’atmosfera e dell’anima delle cose. Un simbolismo onirico in cui il gesto progettuale mira all’indagine e alla ricerca di una sintesi possibile, una vibrazione, una nuova frequenza sensibile che possa essere trasmessa, invitando lo spettatore a sintonizzarsi con “ciò che c’è oltre”, come i mondi che l'artista disegna fin da bambina.