Pantelleria: L'isola
Teatro delle nostre visioni
Pantelleria è la quinta Isola più grande d’Italia, con una superficie di 83 kmq.
Il territorio dell’isola si è formato in seguito ad una serie di eruzioni che si sono succedute nel tempo e la sua nascita risale geologicamente a 350.000 anni fa. Non è moltissimo se si pensa che la Sicilia pare sia nata 7 milioni di anni fa.
Possiamo considerare Pantelleria una nipotina dell’Isola Siciliana!
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Rift Mediterraneo
Pantelleria sorge in un canale detto, appunto, rift di Pantelleria che sta ad indicare una faglia tra due placche tettoniche: quella Africana e quella Europea. La sua origine, proprio perché frutto di un susseguirsi di eruzioni, si può identificare in un complesso sistema vulcanico che l’annovera tra le Isole Oceaniche del Mediterraneo.
Pantelleria si trova quasi alla stessa distanza tra la costa Tunisina e quella Siciliana.
La vegetazione che si è installata sull’isola è frutto di un colonialismo delle specie che hanno superato il mare tramite i venti, o gli uccelli migratori e qui si sono adattate e hanno proliferato in modo spontaneo sfruttando l’umidità che si genera nei cicli di giorno e notte e con l’andatura dei venti.
La condensa di vapore acqueo si mantiene per molto tempo, in particolare intorno alla sommità della Montagna Grande, così le piante hanno trovato una risorsa necessaria e sufficiente che altrimenti non avrebbe permesso la vita.
Buvire e Cisterne Fenice
Infatti sull’Isola non vi sono sorgenti d’acqua dolce. Questo ha fatto dell’acqua la grande assente a cui sono state rivolte moltissime attenzioni da parte degli uomini che hanno abitato l’isola da tempo immemore. L’ingegno dell’uomo si è sviluppato in modo tale che si potesse continuare la vita e sopperire alla mancanza di sorgenti, creando una serie di modelli per il raccoglimento dell’acqua piovana.
Tra questi esempi ricordiamo le buvire, che si trovano lungo la costa e mantengono l’acqua dolce in superfice rispetto all’acqua salata; le cisterne, tra cui spiccano quelle di forma ellittica di fattura fenicia, ricoperte di cocciopesto, molto profonde e spesso provviste di un coperchio che permetteva all’acqua di non contaminarsi.
E, ancora, le cupole che ritroviamo sopra ogni costruzione abitativa, o destinata ad altri scopi, come i Sarduna o i Magaseni, un’idea per sfruttare quanto più possibile le superfici, per incanalare l’acqua nelle cisterne che ha permesso alla popolazione di poter vivere su quest’isola.
Ingegno dell'uomo
Molto spesso, quando si inizia ad osservare per la prima volta il paesaggio, è proprio l’ingegnosità dell’uomo antico che è stato in grado di adattarsi e di organizzare nel miglior modo possibile il territorio, a sorprendere il visitatore.
Il paesaggio disegnato da dislivelli che, a livello percettivo, aumentano la vastità dell’isola, che si sono formati o da veri è propri vulcani spenti o da risorgenze che hanno sentito la forza tellurica ma non hanno raggiunto il collasso e hanno quindi preso spesso la forma di dolci cunette, vengono chiamate, nel dialetto Pantesca, kuddjie. Alcuni dislivelli possono essere anche dovuti alla presenza di domi vulcanici collassati che hanno creato delle vere e proprie falesie, come nel caso del Gelfiser.
A volte a intervallare i dislivelli troviamo invece le Caldere collassate che hanno creato grandi zone pianeggianti, floride e prospere come Piana di Ghirlanda o Monastero. In un caso completamente diverso hanno dato vita al lago di Bagnu di l'acqua, ribattezzato in tempi recenti Lago di Venere.
Già tutte queste particolarità sono sorprendenti ma non finisce qui.L’isola, infatti, vanta di altre specificità che la rendono ancora più affascinante come ad esempio la presenza delle acque termali delle favare, ossia sorgenti di vapore acqueo al 90% mischiato con altri gas come acido solforoso.
Dove si trovano il maggior numero di favare che non ci fanno dimenticare che il vulcano che sta sotto la superficie è ancora attivo, troviamo la presenza di un’argilla capace di resistere alle alte temperature grazie alle componenti ferrose. Argilla che, nel periodo dell’impero Romano, veniva importata su tutte le coste del Mediterraneo. Questa è la famosa argilla ware, di cui sono stati ritrovati numerosi reperti.
Non voglio svelarvi ancora troppo altro sull’Isola di Pantelleria perché ci terrei che veniste a scoprirla voi stessi e, senza essere mossi dalla frenesia di divorarla ma gustandola come un buon bicchiere di Zibbibo, sentiste i suoi profumi e assaporaste il suo gusto intenso e soave allo stesso tempo.
Questo è un luogo dove non si può ricevere ispirazione se prima non si entra in contatto diretto.
Lascio dunque aperta qualsiasi forma di interpretazione del territorio al vostro sguardo e al vostro sentire poiché una sensazione soggettivo non può essere sostituita..
L’ISOLA chiama e, a volte, chiama così forte che non si può non ascoltare!
Troverete noi ad accompagnarvi per scoprire insieme altre visioni e scenari unici!